La mancata riscossione di tariffe e tributi iscritti a bilancio ma non incassati blocca nei conti degli Enti Locali 3,5 miliardi di euro. E la cifra è destinata a crescere nei prossimi anni.
Il dato è emerso dalle tabelle presentatate nei giorni scorsi dall’Anci nella audizione sul Def alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Un aspetto molto importante è quello che riguarda il congelamento delle risorse dettato dalla riforma del bilancio che ha previsto la creazione di un cuscinetto di garanzia rappresentato dal “fondo crediti di dubbia esigibilità” per evitare di finanziare spese reali con entrate teoriche, ovvero iscritte a bilancio ma non incassate.
Questo fondo è proporzionale ai mancati introiti degli ultimi cinque anni e rappresenta quindi, di fatto, un termometro degli inceppamenti nella macchina della riscossione. A fine 2016 il fondo crediti valeva 3 miliardi di euro, cui si aggiungevano 500 milioni negli altri fondi rischi.
Come detto la cifra è destinata a crescere, poiché se l’anno scorso le regole chiedevano di accantonare il 55% della media delle mancate riscossioni già quest’anno si sale al 70%. Senza una accelerata nell’attività di recupero dei crediti degli Enti Locali il fondo è destinato a gonfiarsi con la previsione di superare in capo ad un paio di anni quota 6 milardi.